E’ da questa mattina che mi dico “adesso lo scrivo, adesso lo scrivo…” pensando ad un bel post di (pre)potenza contro Luigi Lusi (io ‘senatore’ non ce lo chiamo più da un pezzo). Un bel post tutto dal taglio “ve l’avevo detto, ve l’avevamo detto”…e invece è quasi sera ed ancora non riesco a scrivere nulla. Mi sono riguardato il mio vecchio blog e tutti i post dell’estate del 2007, quella in cui nacque il mio primo figlio ed io ero in giro per il paese a raccoglier firme. Quella delle primarie, dove fui candidato contro Lusi e Del Turco (!!!) nel collegio della Marsica. In effetti basta rimettervi qui i link di allora per rendersi conto che c’è veramente poco da aggiungere. Forse il post più significativo fu quello dei dati finali. Infatti alle politiche successive, nel feudo che Lusi & C. avevano letteralmente violentato, il PD prese meno della metà dei voti che il tesoriere impostore reo confesso aveva preso alle primarie. WOW!
Quindi, se proprio qui devo dire qualcosa, mi va di dire che non c’è novità nella notizia di oggi e che probabilmente l’avvocato Lusi ha già ammesso qualcosa perché ha chiara la trafila di passaggi da fare per non passare un giorno di galera. Certo la cosa che brucia ancora di più dei 13 milioni di euro (e ce ne vuole per bruciare più di 13 milioni) è che tutto serve a non smuovere nulla. L’architetto Di Pangrazio, con Lusi nella foto, suo fedelissimo (un po’ meno fedelissimo ‘fuori onda’, ma questo è un must della specie), mi disse una volta che le liste bloccate sono una rovina, che è con le preferenze che si misurano i veri politici. Infatti lui che è attualmente consigliere regionale in Abruzzo e consigliere comunale ad Avezzano (ma ci tiene a specificare che incassa solo lo stipendio dalla regione. Egraziearcazzo!) alle prossime elezioni comunali nella mia città natale, candiderà il fratello. Sconosciuto ai più. Come a dire “vota per me, ma questa volta, vota per mio fratello, che poi gli dico io cosa deve fare”. A me questo Di Pangrazio è sempre stato molto simpatico, anche se so che non ricambia il mio affetto. Ricordo nelle assemblee del PD a cui partecipai (poche, eh!) che io prendevo la parola e magari lo citavo con il classico – e democristiano – “l’amico Di Pangrazio” e lui subito interrompeva educatamente per precisare che noi “non eravamo amici”. Tant’è che una volta Michele mi chiese: “Ma che gli hai fatto a Di Pangrazio?” (ridendo). Michele, che è persona sveglia ed attenta, sfiancato in questi anni anche lui con tutta una serie di altre brave persone dal modo di fare delinquente di Lusi & C., sorrideva perché sapeva benissimo che cosa gli avevo fatto. Non lo prendevo sul serio. A lui ed a Lusi, ed a quelli come loro, io, ma non solo io per fortuna, non li ho mai presi sul serio. Non mi prendo sul serio io, posso prendere sul serio una classe politica che il più delle volte mi fa ridere? Lusi arrivava e cominciava i suoi interventi in romanaccio, poi dopo un po’ si ricordava che non era in Senato ed in realtà lui sarebbe dovuto essere abruzzese (eletto però in Liguria, dove c’era posto, per carità) e di colpo calcava meno la sua naturale romanità. Ma sei nato a Roma? allora sei de Roma! Di Pangrazio invece per fortuna è su YouTube, così potete giudicare voi senza dire che sono cattivo io.
Il fatto è che attualmente stiamo subendo una gestione dall’attuale Governo tutta lacrime e sangue, ed andrà pure peggio, probabilmente. Ma contemporaneamente non ditemi che non avete notato la regalità di Monti, la sobrietà dei suoi ministri. Ci stanno passando all’arma bianca (perché alternative non ce ne sono) ed il fatto che lo facciano senza quella volgarità di serie o con una dizione che ricorda finalmente la lingua italiana, ci apre gli occhi ed accende una speranza che forse i Lusi e quelli come lui, sono stati la parte peggiore di noi, ma hanno finalmente intrapreso la loro estinzione. Forse questo momento di sacrifici e sofferenze potrebbe finalmente consegnarci ad un periodo nuovo, più florido e finalmente educato. Giusto e bello. Anche per la Politica.
Il Bello è la conseguenza del Giusto. Ora, sarebbe giusto che Lusi finisse i suoi giorni in galera (perché non è che se rubi ad un partito vale meno che se rubi ad un risparmiatore. O vale meno che se rubi, punto), non fossaltro per l’arroganza e la cattiveria gratuita che metteva nel relazionarsi con chi, quasi tutti, riteneva suoi subalterni. Cioè con chi, a differenza sua, non si era rubato milioni di euro. Magari in galera non ci andrà, magari sarà solo sputtanato e potrà, fra un po’ di tempo, godersi i suoi milioni (case, tante case…). Ma magari il Di Pangrazio di turno non riuscirà più a piazzare il fratello, o magari si, ma per l’ultima volta.
Quindi la mia sintesi finale è che noi ci si debba credere, ancora. Dobbiamo credere una volta per tutte di essere meglio di loro.
Giorni fa discutevo con un’amica che mi contestava l’essermi impegnato in politica: “Tutti quelli che conosco che si sono impegnati in politica della nostra generazione, o sono dei cretini o hanno finito per farmi schifo”, che magari può essere vero, dico io, ma non basta ad impedirmi di tentare di stupire la mia amica, convincendola che una terza opzione è possibile. Io, ad esempio, non rinnego un solo istante del tempo passato a gestire e vivere la campagna elettorale di GenerazioneU. Ci hanno fatto a pezzi (e manco tanto secondo me) ed alla fine il PD non è il partito che volevamo, ma non c’è stato un solo momento in cui ho pensato che la sconfitta sarebbe arrivata perché eravamo più pippe di loro. Io non ero peggio di Luigi Lusi o di Ottaviano Del Turco, anzi. Ed anche se con oggi non succederà nulla di che, è stato però acclarato che lui è un ladro ed io no. Dopo di che mi pare plausibile che io possa aver preso un decimo dei suoi voti, visto che lui amministrava milioni di euro, rubati, ed a me quella campagna costò poco meno di mille euro in benzina e caselli autostradali.
Insomma, amica mia, come diceva quello, “La politica è bella”. Perché può essere giusta.
Perché può essere nostra. Oggi, finalmente, un po’ di più.
Se non ci fosse stato lo scandalo dei 13 milioni, quindi, devo dedurre che tutto sarebbe rimasto uguale.
Ora, giustamente, chi aveva criticato inascoltato quel sistema fa bene a far sentire la propria voce ed uscire dal gruppo. Sono convinto che non tutti i politici siano uguali.
Però credo sia anche il tempo di dire “basta” a questa politica. Mi sono interessato a questa vicenda perché, nel passato, l’aver conosciuto superficialmente le persone qui citate (Lusi & Co.) aveva fatto nascere in me la convinzione dell’inutilità dell’essere elettore (ora più che mai rafforzata).
Diciamoci la verità. Le poche persone oneste non contano nulla. Ci si scandalizza per i 13 milioni, ma il fatto che gli esiti dei referendum non vengano accettati cosa dovrebbe provocarci?
Poi aggiungiamoci che gli eletti sono frutto del Porcellum…quindi non eletti, non credo di esagerare dicendo che l’Italia non è una democrazia.
Le persone sono tutte in attesa della nuova figurina carismatica su cui votare e scaricare le loro responsabilità (a turno Vendola, Renzi, ecc).
Ma quando la maggior parte delle persone comincerà a rispettare le regole nel piccolo (basta con gli elettori che criticano Berlusconi per i processi e, per esempio, affittano l’appartamento in nero), allora forse qualcosa potrà cambiare. L’Italia è marcia fino al midollo, non rendersi conto di questo significa non avere una base da ci partire per affrontare i problemi.
E poi basta di gente che vive di politica. Sarebbe ora che dopo un tot cambino aria. Scommetto che i Letta, Franceschini ecc. tra 20 anni saranno ancora lì. Non vorrei che la battaglia per introdurre la nuova generazione significhi trovargli un “monotono” posto fisso (in realtà sono sicuro sia così).
Concludo con un memorabile ricordo di Di Pangrazio. Quando durante la campagna elettorale gli chiesi come potessi essergli utile mi disse che potevo andare a compragli i cioccolatini al bar.
Anche dalle esperienze negative si impara qualcosa: si impara a capire ciò che non vuoi.
Quindi grazie ai Lusi e ai Di Pangrazio, perché mi hanno fatto risparmiare tempo per dedicarmi a ciò che conta davvero e non ad una politica (?) utile per chi ha convenienza o si illude ancora.
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